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La scuola aperta, sensore di un Paese che ha ritrovato sé stesso

di Stefano Boeri

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La scuola, le mille e mille scuole italiane sono – prese tutte insieme – la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese. Altro che aeroporti, autostrade o viadotti. Le scuole sono dappertutto; e dappertutto accolgono la trasmissione del sapere, l’incontro tra le generazioni, lo scambio di culture e linguaggi. Per questo, a ben pensarci, alla faccia di ogni elucubrazione sul concetto di “bene comune”, nulla lo è più della scuola.

Perché le scuole tengono unite le famiglie, intrecciano le biografie, costruiscono il futuro lavorando sul passato e accompagnano i flussi del presente: milioni di studenti, insegnanti, genitori che ogni giorno si incontrano scambiandosi idee, emozioni, memorie, aspettative. Eppure la scuola resta un luogo verso cui la politica ha un atteggiamento schizofrenico: la trascura o la investe di progetti faraonici che in ultima analisi non sanno dar conto della sua situazione reale che è drammatica – edifici in grave stato di degrado, servizi e strutture insufficienti, poco coordinamento, un corpo docente mai valorizzato come meriterebbe- ma anche pullulante di energie.

Sarebbe meglio ascoltare, tastare il polso al mondo della vita che ogni mattina scorre nei mille e mille edifici di quello che invece si continua a intendere come un “sistema scolastico”, quasi fosse un protocollo di procedure e regole e ruoli e costi da tenere sotto controllo e normare. La verità è che la scuola italiana -malgrado tutto, anzi contro ogni previsione- è viva. Viva e aperta. Una vitalità ancora circoscritta a pochi casi, che nasce come forma volontaria e appassionata di auto-organizzazione: non ci sono fondi, non ci sono servizi, non c’è personale… Bene, ci pensiamo noi.

Noi presidi, noi genitori, noi insegnanti, noi membri del personale non docente, noi studenti. Insieme ci rimbocchiamo le maniche e agiamo. E la prima cosa, per agire, è aprire la scuola a un tempo di vita nuovo. Aprirla nelle altre ore del giorno, negli altri giorni dell’anno, per tutte le età e tutti: nonni, giovani, associazioni di quartiere, imprese creative, istituzioni. La scuola aperta è semplicemente un nodo della nostra società che riprende a pulsare insieme alla vita che scorre al suo intorno.

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